Le vie di comunicazione dalla Valsesia alla "bassa"

"Le strade sono un oggetto della maggior importanza per tutte le nazioni colte. Senza di esse non può prosperare l'industria. Sono i canali, per cui circola il commercio, e lo facilitano coll'abbreviare le distanze, e le spese dei trasporti. [...] le valanghe, le piogge, il gelo, la Sesia, e spesso ancora un enorme pezzo di diroccata montagna le distruggono in un istante, o le ingombrano; onde le annuali loro riparazioni si possono considerare come una gravosa imposizione messa dalla natura agli abitanti della Valle...". Così il canonico Nicolao Sottile, ne "Il Quadro della Valsesia" (1803), levava lamento per le precarie condizioni delle strade valsesiane, che i governi imperiali e italici del periodo napoleonico, in seguito a discutibili scelte fiscali, finirono addirittura per inasprire.

La storia della vie di comunicazione valsesiane è legata a doppio filo alle plurisecolari vicende economiche della Valle, in particolare al commercio, stante la natura confinaria del luogo. Fin dal XV sec. la circolazione di beni di maggior consumo come il sale, lo sviluppo locale del settore minerario e manifatturiero sono gli ingredienti di una crescita economica della Valsesia, che si apre ai mercati d'oltralpe seguendo degli itinerari di collegamento ad alcuni importanti centri delle vallate limitrofe (Biella, Gressoney, Lago d'Orta), ancora ben evidenziati dalla cartografia di epoca napoleonica (1).
A partire dalla metà del Seicento si registra una progressiva marginalizzazione nel quadro delle principali rotte commerciali e il conseguente decadimento del sistema viario, specie di quello alpino.
Verso la pianura, le principali vie di comunicazione erano la strada "regia" - ancora nell'Ottocento un angusta mulattiera che corre lungo la sponda sinistra della Sesia, dalle miniere a nord di Alagna fino a Novara - e lo stesso fiume, navigabile per un lungo tratto, storicamente al centro di liti locali su transiti di barche e per il controllo dei porti (3).
Su questi temi:
D. De Franco, G. Dell'Oro, Economia e commercio in Valsesia dal XIII al XIX secolo: un processo di marginalizzazione progressiva, in Storia della Valsesia in età moderna, a cura di E. Tortarolo, Vercelli 2015, pp. 149-169.
B. M. Fracchia, La gestione del territorio e delle infrastrutture in Alta Valsesia nel quadro delle riforme di Vittorio Amedeo II di Savoia, in I paesaggi fluviali della Sesia fra storia e archeologia, a cura di R. Rao, Sesto Fiorentino 2016, pp. 177-186.

Di seguito le descrizioni dei documenti presenti nella galleria sottostante 

N. 1 - Le comunicazioni dopo la conquista napoleonica

La carta ci mostra la divisione politica seguita alla conquista napoleonica, quando la Valle viene tagliata in due lungo il confine naturale del fiume Sesia. Gli antichi confini della Valsesia sono tratteggiati di rosso; il territorio "che rimane al Regno d'Italia" presenta uno sfondo giallo, "quello del Impero francese è tinto in rosso". Sono segnati in giallo le strade e i valichi che consentono il collegamento con le valli limitrofe, puntualmente descritti in legenda:

"4. La strada della valle comincia sopra Alagna alla sponda destra della Sesia poi passa alla sinistra, e torna a destra d’Alagna sino alla riva, e poi in seguito è tutta su la riva sinistra. D’Alagna ultimo abitato della valle sino a Varallo vi sono venti miglia, e da Varallo ai confini della Valle sotto le Betole vi sono dieci miglia.
5. Passo Dolengo che d’Alagna va a Grassoneto distante di quindeci miglia tutto tortuoso per un pedone e non si passa tutto al più che tre mesi l’anno.
6. Passo di val Dobia dalla Riva a Grassoneto distante dieci miglia si passa dificilmente con mulatine quatro mesi al anno.
7. Passo del Croso di Rassa dalle piode a pie’ di Cavallo indi a Biella, ancor più tortuoso e reipido per un pedone e non si passa tutto al più che tre mesi al anno dificilmente.
8. Passo della Boscarola da Scopello sino Andorno ed indi a Biella distante d’Andorno venti sette miglia, si passa con mulatine con picola caricha ben dificilmente per cinque mesi al anno.
9. Altro passo da Crevola a Crevacore, distante di venti miglia si passa con bestie a caricha quasi tutto l’anno ma ben dificilmente a causa dele aque che rovesciano li ponti.
Oltre questi passi non v’è nesuna comunicazione col Piemonte.
10. Li Valsesiani non ponno in nessun luogo andar al mercato per vendere li pochi suoi prodotti e comperar quelli di pura necessità che al Borgo di Varallo e passar su la sponda sinistra della Sesia."

N. 2 - Il sistema viario della Valsesia in epoca sabauda

La mappa riprodotta a lato, di notevoli dimensioni, descrive il sistema viario della provincia della Valsesia, nel Regno di Sardegna sabaudo, a ridosso dell'unità d'Italia. I pallini più grossi indicano i capoluoghi di mandamento (rosso per Varallo, giallo per Scopa e blu per Borgosesia); i comuni appartenenti a ciascun mandamento sono contrassegnati da un pallino più piccolo del medesimo colore del capoluogo di riferimento.
In basso a sinistra viene riportato un interessante "quadro delle distanze misurate ad ore a piedi tra il Capo luogo di provincia [Varallo] alli Comuni più lontani".
In realtà, con questo schema è possibile conoscere la distanza reciproca di ciascuno dei 19 Comuni della provincia, incrociando opportunamente le righe orizzontali di un qualsiasi comune con le verticali corrispondenti alla località rispetto alla quale si vuole misurare la distanza, fino ad individuare la casella di intersezione contenente il dato in ore di percorrenza a piedi.

N. 3 - Il porto sul Sesia, a Borgosesia

“Si tenne per lungo tempo, e sino, che si allontanò dalla Bettola, il fiume Sesia, dal Comune di Borgosesia una Barca al sito A.
Dal 1780 si tenne da detto Comune una Barca al sito detto la Cappelletta B, senza contradizione dei Serravallesi, e sino all’anno VII R(epubblicano).
Nell’anno VII Repubblicano il Cittadino Pietro Avondo fabbricò un porto, e lo colocò al sito C, e venne questo incendiato per parte de Borgo-Sesiani nell’anno VIII.
Nell’anno IX mediante la convenzione fatta tra detto Avondo, ed il Comune di Borgo-Sesia col pagamento di lire 400 annue per anni dodici si collocò l’attual porto al sito B, che corrisponde al luogo di Serravalle.
Sull ecitamento fatto li 8 Termidor anno X dal Comune di Serravalle al Comune Borgo-Sesia per partecipare sovra di un tal reddito, trattandosi di un porto framediante due Comuni, si dispose detto comune di Borgo-Sesia in persona del Sindaco, di dare a prossimi giorni un piano di Convenzione che comprenderà anche altri particolari interessi di canoni, e simili.
Vercelli li 8 Termidoro Anno X.
Zucchi Arch."

N. 4 - Principali vie di comunicazione del Dipartimento della Sesia

Ora abbandoniamo la Valsesia e dirigiamoci verso i centri del Vercellese.
Questa mappa rappresenta le principali vie di comunicazione del Dipartimento della Sesia (uno dei dipartimenti in cui fu suddiviso il Piemonte dopo l'annessione alla Repubblica francese), segnalando puntualmente le responsabilità e competenze che gerarchicamente gravano in capo ai differenti enti.
Come si evince dalla legenda, le strade sono classificate in "imperiali" (segnate in rosso), la cui manutenzione è di competenza statale; "dipartimentali" (in verde), a carico del Dipartimento; di "3^ classe" (in giallo), le cui spese di mantenimento sono per 3/7 a carico dell'Impero e per il resto in capo al Dipartimento. La manutenzione della strada segnata in blu, da Trino a Morano, è totalmente a carico dei Trinesi.
L'unica strada imperiale presente nella carta è la Vercelli-Torino, che ricalca grosso modo il tracciato dell'attuale SP 11. Ad eccezione della Vercelli-Genova (3^ classe), le restanti sono tutte dipartimentali: strada da Vercelli a Trino; Vercelli-Gattinara (attuale SP 594); da San Germano a Biella, passando per Cavaglià (SP 143).