Se otto ore vi sembran poche
a cura di F. Frongia, I.A. Montalenti, S. Sette
Attraverso i documenti originali, fonti bibliografiche e periodici del tempo conosciamo i personaggi e ricostruiamo le vicende che hanno portato alla conquista di migliori condizioni lavorative, tra cui quella delle otto ore, da parte dei contadini del vercellese tra la fine del 1800 e l'inizio del 1900.
Testi e immagini a cura di Fabrizio Frongia, Ilaria Alessandra Montalenti e Silvia Sette.
Il regolamento Cantelli e le condizioni lavorative in risaia
Il regolamento Cantelli, emanato nel 1859, disciplinava l’orario del lavoro e le condizioni igieniche in risaia. Spesso disatteso, la mancata sua applicazione è stata la miccia che, a cavallo tra XIX e XX secolo, ha innescato le lotte per la rivendicazione dei diritti dei lavoratori.
Così tuonava "La Risaia" dell'8 dicembre del 1900: “Funzionari di polizia, carabinieri e guardie che fate condannare il contadino che ha preso un soldo di legna, fate rispettare la legge anche dai ricchi” (n. 1).
Una lettera del Sotto-prefetto di Vercelli indirizzata ai sindaci del circondario, datata 13 luglio 1901, fotografa le condizioni usuranti del lavoro in campagna e in risaia, che furono alla base delle rivendicazioni salariali e delle lotte per la riduzione dell'orario di lavoro: la giornata, come vedremo, iniziava alle 4 del mattino per 12 ore di lavoro effettivo e proseguiva spesso fino a tarda sera con le occupazioni che potevano essere compiute nell'aia. Ecco le misere retribuzioni giornaliere per i mondariso (tra 1,2 e 2,1 lire pari a 5,4-9,4 €), i falciatori (3 lire pari a 13,5 €) e la mietitura del frumento (3 lire) del Comune di Cascine San Giacomo per gli anni 1900 e 1901 quando un chilo di pane costava 0,4 lire (pari a 1,8€) (n. 3).
I fatti di Bianzè
Imputato di oltraggio contro persona rivestita di pubblica autorità […] per avere nel giorno 12 ottobre 1896 in Bianzè e nella casa comunale oltraggiato il sotto-prefetto di Vercelli […] dicendo in sua presenza: “che le autorità sposavano sempre la causa dei proprietari e che erano soliti a tardare a provvedere perché si voleva che avvenissero conflitti e così procurarsi i facili trionfi di repressioni violente”. […]
"Il Marcone mi insolentì dicendomi “faccia il medico e non si interessi nei fatti altrui” dicendomi altre insolenze e finimmo per alzarci. Non potendosi concertare nulla la gente rumoreggiava e volendo uscire il Sottoprefetto mi disse: “lei che ha influenza mandi a casa questa gente”.[…] Feci segno alla popolazione di far silenzio, ma essa gridava; allora dissi al Sottoprefetto: avrò influenza ma vi è fra costoro qualche cosa che ha più influenza di me, c’è la fame. So che il tenente dei Regi Carabinieri diceva “Stasera scorrerà sangue”. […] Il tumulto durò circa un’ora. La frase dello sposare la causa dei proprietari non l’ho detta è troppo usata. Avrò detto una espressione consimile. Io delle autorità penso così, forse anche peggio. Il processo si fa alle parole non alle intenzioni" (n. 6).
La fondazione della Camera del Lavoro
Dal marzo 1898 compaiono sui muri di tutto il Vercellese manifesti per la raccolta delle adesioni alla Camera del Lavoro.
Fabrizio Maffi. Una vita dedita alla cura degli uomini e della società
(San Zenone Po, 2 ottobre 1868 – Cavi di Lavagna, 23 febbraio 1955)
Impossibile sintetizzare la vita di Fabrizio. Figlio di uno zoccolaio fu uno dei protagonisti delle lotte sindacali nel Vercellese, in prima linea nella ricerca medica - in particolar modo contro la TBC - esponente di spicco del partito socialista, irriducibile antifascista ed infine deputato all'Assemblea costituente. Pagò con il carcere e l'esilio, con aggressioni e pestaggi (uno dei quali mentre si accingeva a documentare la responsabilità di Mussolini nel delitto Matteotti), con il confino a Pantelleria e poi a Ustica il suo impegno a favore dei malati e dei lavoratori.
Fabrizio si laurea a 24 anni in medicina e viene assegnato, come medico condotto, al Comune di Bianzè. Qui a diretto contatto con la miseria e le precarie condizioni igieniche comincia a esporsi in prima persona organizzando scioperi, agitazioni e conferenze volte a sensibilizzare la popolazione sui temi dei diritti.
Parallelamente, in campo medico, dà grande impulso alla ricerca contro la tubercolosi compiendo numerosi viaggi in Svizzera, in Francia e in Germania per documentarsi sull'organizzazione dei sanatori. In seguito diviene direttore di diversi sanatori come quello del Gottardo, di cui promosse la costruzione, di Bergamo e di Prasomaso, in Valtellina.
La sua lunga parabola di vita si conclude a 87 anni dopo aver preso parte in prima persona ad alcuni degli episodi più significativi della storia contemporanea (n. 14).
Modesto Cugnolio. L'avvocato dei contadini
(Vercelli, 20/22 marzo 1863 - Roma, 18 marzo 1917)
Di estrazione borghese, avvocato protagonista delle lotte operaie nelle risaie vercellesi, Modesto (n. 16) frequenta le scuole superiori presso un collegio gesuita e si laurea in legge a Torino. Giovanissimo aderisce alla causa socialista e, favorito dalla sua agiata condizione familiare, diviene l’”avvocato dei contadini”, che difenderà spesso in giudizio a titolo totalmente gratuito. Nel 1900, con l'amico Fabrizio Maffi e altri militanti, fonda il primo giornale socialista del Vercellese, "La Risaia", organo della Federazione regionale agricola piemontese, della Camera del lavoro e delle altre istituzioni proletarie del circondario.
Rosaldo Ordano lo ricorda come la più generosa ed illuminata guida che il movimento contadino ed operaio vercellese abbia mai avuto.
Nel 1913 viene eletto deputato e proseguirà a livello nazionale le battaglie per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro dei contadini. Si racconta che alla sua morte la salma, trasportata a Vercelli per i funerali, fu accompagnata dalla stazione al cimitero da una moltitudine commossa che giungeva da tutto il circondario.
Nel 1898 dovette affrontare il carcere in seguito ad agitazioni e scioperi (n. 17).
"L'avv. Cugnolio esiste?
Questo è certo.
Quando si vede per Vercelli un uomo il quale risponde a questi connotati... STATURA: media; CAPELLI:piuttosto scarsi (ed è un peccato perchè se ci fossero sarebbero biondi, e - forse - ricciuti); COLORITO: purpureo; NASO: regolare; BOCCA: graziosissima; MENTO: sbarbato PANCIA: cavouriana; ANDATURA: rigida; PRONUNCIA: mastica le erre in barba a chi vorrebbe che masticasse invece...amaro; SEGNI PARTICOLARI: una faccia di 'me n'impippo che innamora', allora, non può esserci dubbio è lui, è l'avvocato Cugnolio". La Piazza, 7 novembre 1903 (n. 18, 19).
Nell’anno 1898 il Vercellese è in fermento, non si contano le conferenze, gli incontri, i comizi organizzati in seno al movimento dei lavoratori. Si distinguono per la loro capacità di infiammare gli animi Angelo Pizzorno, direttore del “Lavoratore”, Fabrizio Maffi e il prof. Carlo Sambucco. Proprio in occasione di una di queste conferenze tenuta presso il teatro Facchinetti a Vercelli, per la festa dei lavoratori del 1 maggio, si abbatte la censura. All’ingresso vengono bloccati i convenuti, la situazione degenera, volano insulti (n. 20).
"Trent'anni oggi [...] Tu eri portato a farti dare la prima lavata di capo in chiesa e indi ad iscriverti sui registri di Stato Civile. [...] Ma chi avrebbe detto allora che trent'anni dopo, il bambino di colui che tanto ardeva di amor patrio, sarebbe stato espulso dalla patria sua . [...] Ma non importa; ho sempre creduto che non si può essere veramente onesti se non a costo di grandi sagrifizi e abnegazione ".
L'opposizione...
"'i pijrùma a pé 'nt al cü
l'avucat Mudestu Cü"
Ettore Ara (Vercelli, 1853-1927). Di famiglia borghese, Ettore era nipote di Demetrio Ara, sindaco di Vercelli dal 1878 al 1890, e padre di Guido, storico calciatore della Pro Vercelli dei 7 scudetti. Progettò a Vercelli la costruzione di numerosi edifici, fu amministratore dei beni dell’Ordine Mauriziano e, di idee politiche liberali, fu più volte consigliere comunale, schierandosi sempre all’opposizione. Negli anni tra il 1909-1911 fu redattore del giornale satirico “Il bicciolano” nel quale spesso inveiva contro i suoi avversari politici come ad esempio Piero Lucca, Modesto Cugnolio e Mario Abbiate.
È considerato il più grande poeta dialettale vercellese del primo novecento, poichè la sua poetica spazia dall’invettiva sociale e politica ai canti dedicati agli affetti familiari (n. 24).
"Per fortuna che c’era il Pro-Prefetto,
altrimenti a Vercelli era un disastro;
ma lui senz’altro ne ha legati sette,
tutti bei socialisti.
Non basta: fa fermare un direttissimo,
l’invia a San Germano con soldati
che debbono arrestar senza ritegno
tutti quei che hanno l’aria di fiatare.
Minaccia perché son bastian contrari
di sfrattar Masoero, legar Gallardi,
impacchetta Cugnolio e Picarolo.
Acchiappa, acchiappa, poi fa imprigionare;
Ma a forza di acchiappar senza riguardo
per sbaglio acchiappa pur…la promozione"
Dal verbale di citazione del Procuratore del Re relativo ai moti di S. Germano si legge che gli imputati sono accusati di "aver nella pubblica via cantato in coro l'inno dei lavoratori del Turati, incitato all'odio fra le varie classi sociali, in modo pericoloso per la pubblica tranquillità" (n. 26).
Cugnolio e la tattica legalitaria
Al comandante della stazione dei carabinieri di Crescentino: “Il sottoscritto denuncia a codesta benemerita arma che nelle cascine Favorita, Scavarda e Motta in territorio di Fontanetto Po, tenuta in affitto […] le squadre dei mondarisi vengono fatti entrar nell’acqua e lavorare prima che sia trascorsa un'ora dal levar del sole. Invita questa benemerita arma a verificar il fatto ed elevar contravvenzioni". A nome della Lega Miglioramento Fra Contadini di Palazzolo Vercellese (n. 27).
Il Prefetto della provincia di Novara, il 5 dicembre 1902, disponeva:
DELIMITAZIONE DELLA ZONA DI RISPETTO - Spesso si è reclamato a questo Ufficio contro inconvenienti igenici derivanti dalla vicinanza delle risaie all'abitato e spesso si è avuto occasione di rilevare che i reclami erano fondati e che le risaie non si trovavano alla distanza regolamentare. Ad evitare che per l'avvenire si verifichino tali inconvenienti ti e per assicurare l'esatta osservanza delle prescrizioni [...] invito a provvedere acché sia ESATTAMENTE DELIMITATA LA ZONA DI RISPETTO INTORNO ALL'ABITATO E CHE SIA SEGNATA CON TERMINI LAPIDEI BENE APPARISCENTI (n. 30).
Lo sciopero "delle barricate” e la conquista delle otto ore a Vercelli
La tattica “legalitaria” portata avanti da Cugnolio, finalizzata al rispetto del regolamento Cantelli, prevedeva un ricorso massiccio allo strumento dello sciopero dei lavoratori. Una prima stagione di agitazioni, nella primavera del 1904, portava alla conquista dei primi patti per le 8 ore lavorative a Tricerro e in altri tre comuni della pianura vercellese. Le lotte riprendevano in maniera intensa nel 1906 e culminavano tra il 31 maggio ed il 2 giugno, a Vercelli, nel grande sciopero “delle barricate”. Centinaia di braccianti e mondine convergevano nel centro del Capoluogo al grido “vogliamo le otto ore”, mentre un corteo partito dalla Camera del lavoro attraversava la città raggiungendo il municipio. Il 1 e il 2 giugno scoppiavano tumulti in ogni angolo della città, le officine venivano occupate dai dimostranti, le serrande degli esercizi commerciali abbassate per timore di danneggiamenti, forzati i presidi militari. Nei giorni seguenti venivano arrestati e in seguito processati e condannati ben 26 manifestanti, ma la situazione di tensione spingeva gli agricoltori a cedere e a mettere nero su bianco il riconoscimento delle otto ore nei lavori agricoli e un cospicuo aumento delle tariffe. Questa lunga stagione di lotte per la dignità del lavoro nelle risaie promossa dal Cugnolio, dal Maffi e da altri protagonisti del movimento dei contadini del vercellese ottenevano dunque un successo storico, i cui echi si estendevano ben oltre i confini della pianura “ dal mare a quadretti”, aprendo la porte, ovunque, ad analoghe rivendicazioni per altre categorie di lavoratori (n. 31).
IN NOME DI S.M.
VITTORIO EMAMUELE III°
Per grazia di Dio e per volontà della Nazione
Re d'Italia e di Albania Imperatore d'Etiopia
Il Tribunale penale di Vercelli
ha pronunciato la seguente sentenza:
Contro gli imputati, comparsi insieme, accusati di:
I. di avere con violenza e minacce impedita la libertà delle industrie,nonché cagionato la cessazione di lavoro nella fabbrica Bellia e Maggia e in altri opifici allo scopo di imporre patti diversi da quelli precedentemente consentiti (artt. 63, 165, 166 C.P.)
II. di avere usato violenze, vie di fatto e minacce a pubblici ufficiali mentre adempivano doveri inerenti all'ufficio loro e per opporsi allo adempimento dei medesimi (artt. 63, 165 e 2, 207 C.P.)
III. di avere oltraggiato e minacciato reali carabinieri ed altri pubblici ufficiali in loro presenza ed a causa delle funzioni loro cogli epiteti di vigliacchi, mascalzoni, schifosi, morti di fame e simili, nonché proferire all'indirizzo dei medesimi frasi ed espressioni minacciose quali venite avanti, vi prendiamo la pelle, vi gettiamo giù da cavallo (artt. 63, 194, 195, 207 C.P.)
V. di avere volontariamente rotti e guasti vetri, lampioni dei fanali a luce elettrica ed a gas, nonché distrutto un casotto daziario e delle panche di pubblici ritrovi, causando all'amministrazione dell’ospedale un danno di poche lire, all'amministrazione comunale un danno di lire cinque, all’officina del gas quello di lire 115 circa, ed all’officina elettrica quello di £ 60 circa (artt. 63, 424, 425 C.P.)
reati commessi in Vercelli il 31
maggio, 1 e 2 giugno I906.
L'Aliberti Umberto in suo particolare
VI. del delitto previsto e punito dall'art. 247 C.P. per avere il 31 maggio 1906, in Vercelli, pubblicamente incitato alla disobbedienza delle leggi ed all'odio fra le varie classi sociali in modo pericoloso della pubblica tranquillità con discorsi e col gridare viva l'anarchia.
[…]
Il Tribunale il quale non deve dimenticare la gravità dei fatti, non deve dimenticare che si tratta di centinaia e centinaia di persone che si agitavano per una quistione esclusivamente economica per ottenere un aumento di salario, che riconosciuto non ingiusto ottennero difatti. Non deve dimenticare trattarsi di una di quelle insurrezioni
della folla della quale ciascuno perde una parte della sua libertà e della sua volontà, subisce la suggestione della moltitudine e le singole responsabilità sono diminuite dalla responsabilità collettiva.
E queste considerazioni devono inspirare il Tribunale ad essere mite.... (n. 32, 33, 34)
La vittoria!!
Nell’agosto 1906, prima dell’inizio dei lavori di trebbiatura del riso, per scongiurare il verificarsi di nuove sommosse, i proprietari rappresentati della Società degli agricoltori del Vercellese e Modesto Cugnolio in rappresentanza della Federazione dei contadini firmano una serie di accordi in diversi comuni del Vercellese.
“Siccome però è desiderio ed interesse comune, che nelle attuali condizioni di cose si possa addivenire ad un pronto accordo anche in quei paesi in cui ancora non poté essere raggiunto, le rappresentanze delle due Associazioni fanno voti, perché nei diversi Comuni conduttori e lavoratori, inspirandosi ai criterii adottati nella convenzione stipulata per il Comune di Vercelli, abbiano addivenire ad un accorso sulle stesse basi, salve le varianti giustificate dalle speciali contingenze delle diverse località. Ed a facilitare il conseguimento di questo scopo si riassumono qui i patti stipulati:.... “ (n. 36).
Questo documento del 29 agosto presenta le richieste dei lavoratori per l’ottenimento di un tavolo di mediazione coi proprietari e mette in evidenza come i contadini avessero recepito le indicazioni della Federazione (n. 37).
1. La giornata è fissata in otto ore di lavoro utile.
2. La mercede della giornata sarà di lire quattro e cent.mi venticinque per gli uomini e lire tre
per le donne.“ [...].
Richiamo l’attenzione della Signoria Vostra sulla necessità di persistere nei provvedimenti idonei a combattere la malaria sebbene i lavori di mondatura siano ora ultimati bisogna pur sempre curare che ai lavoratori, i quali rimangono sul luogo, sia distribuito il chinino di Stato e siano somministrati alimenti di buona qualità e acqua potabile. Occorre inoltre assicurare il deflusso delle acque nelle risaie per evitare la formazione di stagni e di pozzanghere di acqua stagnante e ancora mantenere alle aperture delle abitazioni le reticelle […]. Prego la Signoria Vostra di dare istruzioni formali al medico incaricato dell’assistenza sanitaria […] affinchè invigili se la legge abbia la sua applicazione ed al caso riferisca all’Amministrazione Comunale. Si compiaccia di darmi un cenno della ricevuta della presente.
Il Sotto Prefetto.
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- 1.
"La Risaia", 8 dicembre 1900. ASVC, Tribunale di Vercelli, Fascicoli penali, m. 304
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- 2.
Testata de "La Risaia", 8 dicembre 1900. ASVC, Tribunale di Vercelli, Fascicoli penali, m. 304
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- 3.
Mercedi per lavori agricoli, 13 luglio 1901. ASVC, Comune di San Giacomo Vercellese, m. 6
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- 4.
- Registro dei verbali d'udienza, anno 1897. ASVC, Tribunale di Vercelli, Verbali d'udienza, m. 7
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- 5.
Registro dei verbali d'udienza, anno 1897. ASVC, Tribunale di Vercelli, Verbali d'udienza, m. 7
-
- 6.
Registro dei verbali d'udienza, anno 1897. ASVC, Tribunale di Vercelli, Verbali d'udienza, m. 7
-
- 7.
Registro dei verbali d'udienza, anno 1897. ASVC, Tribunale di Vercelli, Verbali d'udienza, m. 7
-
- 8.
Nuova Gazzetta Vercellese, anno 1897. ASVC, Biblioteca
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- 9.
Manifesto per la raccolta di adesioni alla Camera del Lavoro, 31 marzo 1898. ASVC, Pretura di Trino, m. 148
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- 10.
Lettera di Cugnolio con istruzioni al rappresentante della Camera del Lavoro Agricola vercellese, 31 marzo 1898. ASVC, Pretura di Trino, m. 148
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- 11.
Firma autografa dell'avvocato Modesto Cugnolio. ASVC, Pretura di Trino, m. 148.
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- 12.
Dichiarazione della Società cooperativa di Lavoro in San Germano Vercellese, 19 febbraio 1894. ASVC, Tribunale di Vercelli, Atti di società, m. 48
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- 13.
Convocazione a riunione della Camera del Lavoro, Tronzano, 30 gennaio 1898. ASVC, Pretura di Santhià, Fascicoli penali, m. 24
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- 14.
Biglietto di invito autografo per una conferenza tenuta a Bianzè da Maffi. ASVC, Pretura di Livorno Ferraris, m. 150
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- 15.
Fabrizio Maffi rifinisce la caricatura del suo professore. Tommaso Detti, Fabrizio Maffi. Vita di un medico socialista, Franco Angeli, Milano 1987.
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- 16.
Modesto Cugnolio in una caricatura ad opera dell'amico Fabrizio Maffi. Tommaso Detti, Fabrizio Maffi. Vita di un medico socialista, Franco Angeli, Milano 1987
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- 17.
Registro matricolare dei detenuti. ASVC, Carcere di giudiziario di Vercelli, Registri matricolari dei detenuti, anno 1898
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- 18.
Ruolo matricolare di Modesto Cugnolio. ASVC, Carcere giudiziario di Vercelli, Registri matricolari dei detenuti, anno 1898
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- 19.
Testata del giornale "La Piazza", 8 novembre 1903. ASVC, Tribunale di Vercelli, Fascicoli penali, m. 338
-
- 20.
Comizi, incontri, conferenze in seno al movimento dei lavoratori. Invito e registro dei mandati di arresto emessi nei confronti dei partecipanti, 1898. ASVC, Tribunale di Vercelli, Fascicoli penali, m. 273
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- 21.
Registro dei mandati di arresto emessi nei confronti dei partecipanti alle conferenze in seno al movimento dei lavoratori, 1898. ASVC, Tribunale di Vercelli, Fascicoli penali, m. 273
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- 22.
Angelo Pizzorno e Giovanni Enrico sono citati in giudizio per aver tenuto e promosso una conferenza sul tema de “La condizione dell’operaio”, 12 febbraio 1898. ASVC, Pretura di Santhià, Fascicoli penali, m. 24
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- 23.
Mandato di cattura della Procura del regno contro Fabrizio Maffi, febbraio 1899. ASVC, Procura di Vercelli.
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- 24.
Firma autografa di Ettore Ara nelle vesti di economo dell'Ordine Mauriziano per le proprietà site in Montonero. ASVC, Ara Ettore
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- 25.
Componimento poetico di Ettore Ara. Vercelli tra l'800 e il 900 nella poesia di Ettore Ara, a cura di Celso Rosso, Lions club, Vercelli 1987.
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- 26.
Verbale di citazione del Procuratore del Re relativo ai moti di S. Germano, 1 maggio 1898. ASVC, Tribunale di Vercelli, Fascicoli penali, m. 272
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- 27.
Ordinanza del sindaco; denuncia pervenuta ai Carabinieri di Crescentino in merito alla mancata osservanza degli orari di monda. ASVC, Comune di San Giacomo Vercellese, m. 6
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- 28.
Ordinanza del sindaco, 12 settembre 1904. ASVC, Comune di San Giacomo Vercellese, m. 6
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- 29.
"Secondo il giornale "La Stampa" il sole ieri 7 settembre 1904 tramontava alle ore 18.55". ASVC, Pretura di Crescentino, m. 119
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- 30.
Il Prefetto della provincia di Novara dispone la delimitazione della zona di rispetto, 5 dicembre 1902. ASVC, Comune di San Giacomo Vercellese, m. 6
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- 31.
Registro delle sentenze penali, I semestre 1906. ASVC, Tribunale di Vercelli, Sentenze penali, m. 38/1.
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- 32.
Registro delle sentenze penali, I semestre 1906. ASVC, Tribunale di Vercelli, Sentenze penali, m. 38/1
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- 33.
Registro delle sentenze penali, I semestre 1906. ASVC, Tribunale di Vercelli, Sentenze penali, m. 38/1
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- 34.
Registro delle sentenze penali, I semestre 1906. ASVC, Tribunale di Vercelli, Sentenze penali, m. 38/1
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- 35.
"Sciopero 30 maggio 1906" foto di Andrea Tarchetti.
http://cgil-vcval.eu/la-conquista-delle-8-ore/
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- 36.
Comunicato prestampato relativo ai patti stipulati a Vercelli tra proprietari e lavoratori, 22 agosto 1906. ASVC, Comune di San Giacomo Vercellese, m. 6
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- 37.
Comune di San Giacomo Vercellese, "Memoriale pei contadini del comune di Cascine S. Giacomo...", 29 agosto 1906. ASVC, Comune di San Giacomo Vercellese, m. 6
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- 38.
Patto per regolare i lavori della stagione risicola, 31 agosto 1906. ASVC, Comune di San Giacomo Vercellese, m. 6.
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- 39.
Patto per regolare i lavori della stagione risicola, 31 agosto 1906. ASVC, Comune di San Giacomo Vercellese, m. 6
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- 40.
Assistenza ai lavoratori nelle risaie. 6 agosto 1908