L'epistolario di Eugenio Treves

Un caso particolare di archivio di persona è L'EPISTOLARIO.
�� Gli epistolari, ovvero le raccolte di lettere scritte e/o ricevute da una persona, sono fonti documentarie preziose e spesso sorprendenti. Oltre a farci conoscere spaccati di vita quotidiana di epoche diverse, i racconti che emergono dalla corrispondenza privata ci permettono di conoscere meglio anche eventi storici, questioni politiche e condizioni sociali attraverso la testimonianza diretta dei protagonisti.
�� In Archivio di Stato di Vercelli è conservato l’epistolario privato di Eugenio Treves, scrittore e insegnante vissuto a Vercelli tra fine ‘800 e seconda metà del ‘900.
Nasce a Milano nel 1888. In giovane età si trasferisce con la famiglia a Vercelli, dove frequenta il Liceo Ginnasio “Lagrangia”. Compie gli studi superiori a Firenze, e qui si laurea in lettere. Tornato a Vercelli comincia la sua carriera di docente di italiano e storia presso l’Istituto tecnico “Cavour”, ma nel 1939 verrà destituito dal suo incarico in seguito all’applicazione delle leggi razziali, in quanto ebreo di origini. Alla professione di docente si affianca fin dalla giovinezza l’attività letteraria. È autore di poesie, racconti, edizioni commentate di opere classiche e del celebre dizionario Palazzi. Muore il 19 dicembre 1970.
�� L’epistolario, pervenuto in comodato nel 1997 per volontà della moglie e dei nipoti dell’avvocato Mario Treves, è costituito da circa 2300 lettere, cartoline postali e dattiloscritti inviati da importanti letterati, artisti ed intellettuali dell’epoca. Tra questi spiccano la celebre poetessa Ada Negri, la scrittrice e “leggenda del femminismo” Sibilla Aleramo, il linguista e autore di numerosi dizionari Aldo Gabrielli, il noto partigiano, politico e magistrato vercellese Carlo Galante Garrone, l’editore Luigi Battistelli e altri scrittori tra cui Dino Segre, il commediografo Gino Rocca e il filologo classico Nino Marinone.
Le lettere sono condizionate in fascicoli all’interno di 6 buste, ordinate alfabeticamente per cognome del mittente.

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N. 1 - La vita di Eugenio Treves 

Eugenio Treves nasce a Milano nel 1888 da Alessandro e Bice Mortara Levi. Nel 1894 si trasferisce con la sua famiglia a Vercelli, dove frequenta il Liceo Ginnasio “Lagrangia”. Ottenuto il diploma nel 1906, frequenta a Firenze l’Istituto di studi superiori, laureandosi in Lettere nel 1911 con una tesi sul ritratto etrusco. Due anni dopo, tornato a Vercelli, comincia la sua carriera di docente di letteratura italiana e storia presso l’Istituto tecnico “Cavour”, dove insegnerà per oltre quarant’anni con due lunghe interruzioni:la prima, dal 1915 al 1917, per partecipare alla prima guerra mondiale, quando si arruolò come volontario nella Croce Rossa Italiana e successivamente come Sottotenente di Artiglieria; la seconda, nel 1939, in seguito ai provvedimenti razziali voluti dal regime fascista che comportarono la dispensa dal servizio. In seguito verrà reintegrato in ruolo e insegnerà fino al 1958, data del suo collocamento a riposo. Per l’impresa sul Montello del giugno 1918 viene decorato con la croce di guerra al valore militare. Alla professione di docente si affiancano spiccati interessi letterari e l’attività di pubblicista, nella quale si cimenta fin dagli anni fiorentini della giovinezza. Nel 1924 fonda la rivista mensile Vercelli nobilissima, al fine di “rievocare le memorie e celebrare le glorie della nostra terra vercellese”. È scrittore prolifico e fin dal 1907 si dedica alla stesura di poesie, racconti e novelle, eccellendo in particolare nella produzione di taglio didattico e divulgativo. Celebri le edizioni da lui commentate dell’Iliadee dell’Odissea, più volte ristampate. Partecipa alla compilazione del Novissimo Dizionario della Lingua Italiana in collaborazione con Fernando Palazzi. Il suo nome, tuttavia, non comparirà mai tra gli autori per scelta editoriale. Colleghi ed amici non mancheranno di mostrare il loro apprezzamento per questo suo lavoro, testimoniando la consapevolezza diffusa del suo importante contributo, come si evince dalle missive del suo ricco epistolario. Dopo l’armistizio del settembre 1943 riesce a sfuggire alla deportazione sfollando in Valle d’Aosta. Il 18 gennaio 1944 il prefetto emette il decreto di confisca di tutti i beni mobili e immobili dello scrittore. Muore il 19 dicembre 1970.

N. 2 - Lettera di Luigi Barberis in merito al dizionario


Vercelli, li 4 novembre 1939

Egregio collega,
in questi giorni ho avuto possibilità di consultare ripetutamente il vocabolario tuo, frutto di una fatica lunghissima e degno della migliore affermazione.
Io non solo l’ho consigliato ma l’ho quasi imposto ad alcuni allievi: cosicché oltre venti copie sono state acquistate dai miei allievi di I, II e III Agrimensura.
Quanti l’hanno acquistato e sfogliato mi hanno comunicato la loro soddisfazione per l’acquisto di un’opera importantissima per la loro cultura. Spero di poter migliorare e accrescere in seguito il numero degli acquirenti.
Ho comunicato, or sono una decina di giorni, alla casa editrice Ceschina, tale mia attività, assicurando che ben 15 copie (tante erano allora) erano già state comperate e che altre lo sarebbero state nei seguenti giorni.
Ho richiesto quindi una copia per mio uso (come tu mi avevi consigliato). Ma la richiesta temo sia stata bloccata, dato che non ho avuta alcuna comunicazione né affermativa né negativa.
Se ti fosse possibile in una tua eventuale gita a Milano dare una parola a mio favore, mi faresti vivo piacere.
Credo rientri anche nell’interesse dell’editore non scontentare chi può fare tanto per la diffusione di un testo che merita a confronto di altri che dominano sul mercato.
Mi rincresce di una cosa sola: che il tuo nome non campeggi a fianco del collaboratore tanto più che la fatica fu essenzialmente tua.
Il ricordo e la testimonianza affettuosa di quanti ammirano il tuo ingegno, a dispetto delle vicende attuali, ti sia di conforto.
Addio. Tuo Luigi Barberis

N. 3 - Le leggi razziali e la dispensa dall'insegnamento

Lettera del podestà di Vercelli al Prefetto con la quale si comunicano le risultanze delle ricognizioni effettuate sui dipendenti comunali, in seguito all’emanazione del R.D.L. 17 novembre 1938, n. 1728 “per la difesa della razza”: Eugenio Treves viene dispensato dal servizio di professore all’Istituto Tecnico “Cavour” con deliberazione podestarile, in quanto appartenente alla “razza ebraica”.

N. 4 - Lettera di Aldo Gabrielli

29-12-'54
Carissimo,
beati chi si vede! Anzi, chi si sente!
Sono lietissimo d’aver ricevuto il tuo biglietto, che ho trovato sulla scrivania appena tornato dalla villeggiatura in quel di Apuania! E riceverò, si capisce, il tuo giovane raccomandato, quando egli vorrà (di mattina, però, dalle 9 alle 12).
Come vorrei rivederti! L’ultimo nostro incontro risale, se non erro, almeno a tre anni fa. E passo, ogni tanto, per Vercelli, ma sempre di volo, col treno. Ma un giorno, se permetti, farò una sosta e verrò a trovarti.
Si, il mio Dizionario (dopo anni e anni di cassetto: dovevo pubblicarlo, figurati, alla Ultra, nel 1945!) ha avuto un buon successo, più che non mi aspettassi. Ma anche il tuo non scherza: siamo, se non erro, alla terza edizione. Non lasciarlo invecchiare; e, soprattutto, non lasciarti invecchiare… sapessi come punto i piedi, io!...
Ti abbraccio, caro amico; e fatti vivo più spesso.
tuo Aldo Gabrielli