L'eresia di fra Dolcino dalla Valsesia a Vercelli
In questa sezione ospitiamo una mostra virtuale che mira, attraverso alcuni documenti del patrimonio dell’Istituto, a riscoprire paesaggi, personaggi e vicende del Vercellese che furono teatro della “resistenza” di fra Dolcino negli anni tra la fine del XIII e l'inizio del XIV secolo.
N. 1, 2, 3 Fra Dolcino: gli studi e la predicazione
Il giovane Davide, affascinato dagli ideali di ispirazione millenarista, a quel tempo sempre più diffusi in Italia, che predicavano la povertà evangelica e un ritorno ad uno stile di vita il più vicina possibile a quella di Cristo e delle prime comunità cristiane, si unì al movimento degli Apostolici, a quel tempo molto attivo nella città di Parma. Nel 1300, alla morte sul rogo del fondatore della setta Gerardo Segarelli, fra Dolcino ne raccolse il testimone e nell’agosto dello stesso anno, in una lettera ai suoi seguaci, espose le sue convinzioni religiose e la sua visione del mondo. Lanciava profezie in cui si annunciava la morte di tutti gli ecclesiastici, tra cui il papa Bonifacio VIII stesso e prediceva l’avvento di una nuova era per la Chiesa. Egli si definiva mandato ed eletto da Dio per compiere una rivoluzione dei costumi e si identificava con il penultimo angelo dell’Apocalisse, quello di Tiatira, che precede l’ultimo, quello di Filadelfia, incarnato in un nuovo Papa eletto da Dio.
Il movimento degli Apostolici assunse un’importanza sempre maggiore ed ebbe largo seguito e consenso nel nord Italia, fino a Trento, dove Dolcino fece l’incontro della vita: conobbe Margherita, sua compagna fedele fino alla morte.
Negli anni successivi, braccato dalle forze ostili dell’ortodossia cristiana e dell’Inquisizione, fece ritorno presso i luoghi della sua infanzia, quei monti della Valsesia dove diede vita ad una strenua resistenza che si concluse con la cattura e il tragico epilogo della tortura e del rogo.
b. Estratto di un breve, datato 28 aprile 1297, di Papa Bonifacio VIII diretto all'abate di Santo Stefano di Vercelli.
ASVC, OSAV, m. 1832, fasc. 23.
c. Tipo orisontale di tutta la Valle di Sesia e paesi confinanti.
Arch. Gabbio, 1812 agosto 20.
ASVC, Prefettura del Dipartimento della Sesia, Disegni, n. 217.
d. Frammento di sigillo papale plumbeo, raffigurante i Santi Pietro e Paolo.
Nell'immagine 3 è riprodotto un particolare della pergamena dell'ospedale di S. Silvestro della Rantiva.
Il rettore della chiesa di S. Agnese, Giacomo, viene incaricato dal Vescovo di Vercelli Giovanni Fieschi di presiedere e garantire la presa di possesso del beneficio relativo all'Ospedale di S. Silvestro della Rantiva da parte del nuovo rettore Giovanni Cagnoli de Centoris, osteggiata dal pretendente Ubertino Avogadro di Collobiano.
Nel documento si legge: "presbitero Jacobo rectori ecclesiae Sancti Agnetis vercellensis".
N. 4 Fra Dolcino tra storia e leggenda
Nell'immagine è riprodotto il breve del Pontefice Clemente V indirizzato ai "Crociati contro Dolcino". Segue la trascrizione integrale.
Clemens Episcopus Servus Servorum Dei.
Universis et singulis, praesentes inspecturis, salutem et Apostolicam benedictionem.
Opus Omnipotentis fuit liberare de manu pharaonis, et tanta et tot miracula pro antiqui temporis populi salute agere; militanti Ecclesiae, quam proprio pretioso sanguine ejus Filius adoptavit semper majoribus gratiis et auxiliis adstare ostendit. Nuper annis transactis, decursa majori parte Dalmatiae, postea Longobardiae haeresiarcha Dulcinus cum pluribus mille suis secutoribus fuit in summis alpibus captus, ac cum omnibus sequacibus ferro seu igne consumptus. Nobis expositum fuit a venerabilibus fratribus Episcopis Vercellarum et Novariae hoc debere Ecclesiam primo communibus montanorum Vallis Magnae e Sexia, et precipue nonnullis insignibus familiis super illam regionem militantibus; deinde caeteris nobilibus, et populis agri Novariensis et Vercellarum, qui pro haereticorum extirpatione substantias, et vitam atroci bello exposuerunt: inter alias ad notitiam nostram pervenerunt tamquam principales auctores, Ferlizii, Lascari, Tizzonii, Avogadri Vercellenses; Tornielli, Morbi, Brusati, Chatii Novarienses; et inter Montanos Vicecomites de Rassa, Domini de Semprolano; de Praegiumellis, de Pretis, de Anselmis, de Fricariis, de Meggiana, de Artonia, de Fobellis, de Torniellis; et ispos tamquam tirannorum hereticorum extirpatores duplici gratia et justitia condecorantes bonorum presentium terrarum, et districtus justos possessores, contestabiles, seu dominos cognoscimus, jure dignos Ecclesiae comites, et equites in perpetuum cum singulis filiis posterisque declaramus; Aulam Lateranensem, Sacrum Concistorum ispsis impertimur, cum auctoritate equites, milites eligendi, doctoratus laurea virtute praedictos insigniendi, notarios creanti, illegitimos legitimandi, et cum omnibus privilegiis, honoribus, exemptionibus equitibus et comitibus concedi solitis; et ne damnum ulterius veniat, delegamus praedictos venerabiles fratres Episcopos Vercellarum et Novariae ad conoscenda quorumque et singulorum dona, jura districtus, terra, nomina e cognomina, distinctiones familiarum, dominiorum, communium, rerum publicarum, eorum adiudicationem, sentantiam, et declarationis, voluntatis, et concessionis infringere, vel ei ausu temerario contraire: si quis autem hoc attentare praesumpserit, indignationem Omnipotentis Dei, et beatorum Petri et Pauli Apostolorum se noverit incursum.
Dactum Pictaviae, tertio idus Augusti, Anno Incarnationis Filii Dei millesimo trecentesimo septimo, Pontificat. Nostri tertio.
N. 5, 6, 7, 8 I nemici di fra Dolcino - Raniero Avogadro
n. 5
"Anselmus episcopus
cum Bonoiohanne advocato"
Pergamena restaurata, ma molto lacunosa. Copia notarile di XIII sec.
n. 6
Il Capitolo dei canonici di Vercelli, presieduto da Raniero Avogadro arcidiacono, prestò il suo consenso affinché il Vescovo istituisse ministro dell'ospedale di Fasano frate Anselmo dell'ordine degli Umiliati.
"Dominus Raynerus Avocatus Archidiaconus"
n. 7
Consegna fatta dai frati di San Cristoforo in Vercelli nelle mani di Monsignor Raniero vescovo di tutti i beni mobili e immobili appartenenti all'ospedale del Fasano.
n. 8
Convocazione del Capitolo dei canonici di S. Eusebio, cui partecipa Raniero Avogadro in qualità di prevosto, per confermare l'elezione di Gherardo de Judicibus alla chiesa di S. Giorgio di Rado.
La resistenza e la capitolazione
“Hor dì a Fra Dolcin dunque, che s’armi,
Tu, che forse vedrai il sole di breve;
S’egli non vuol qui tosto seguitarmi;
Si di vivanda, che stretta di neve
non rechi la vittoria al Noarrese,
che altramente acquistar non saria leve”
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- 1.
Litografia di Fra Dolcino. Autore: Michele Doyen (1809 - 1881).
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- 2.
(vedi segnature presenti nel testo)
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- 3.
1379 ottobre 3, Casale S. Evasio. Pergamena, particolare. ASVC, Ospedale di San Silvestro della Rantiva, pergamene.
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- 4.
ASVC, Rovasenda del Melle, m. 8.
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- 5.
ASVC, Avogadro di Quinto, pergamena 1
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- 6.
ASVC, Ospedale S.Andrea di Vercelli, m. 1820, fasc. 21
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- 7.
ASVC, Ospedale S. Andrea di Vercelli, m. 1827, fasc. 35
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- 8.
ASVC, Ospedale S. Andrea di Vercelli, m. 1817, fasc. 17